Ieri, come sapete, era il 1° maggio, il giorno in cui si ricordano tutti i lavoratori, e oggi ho

voluto offrire anch’io il mio piccolo contributo, raccontandovi una storia che parla appunto di Lavoro con la L maiuscola.
Rosso Malpelo è una delle novelle di Giovanni Verga, che vedono la luce nel 1878, e vengono pubblicate due anni dopo nella bellissima collana Vita dei campi. Il titolo della novella ci rivela una caratteristica fondamentale del ragazzo protagonista: i capelli rossi, simbolo all’epoca di maliziosità e cattiveria. Ma Rosso Malpelo sembra “torvo, ringhioso e selvatico”, come ce lo descrive Verga, perché è la vita ad averlo ridotto così: la madre se ne disinteressa e il padre è morto, sepolto da un pilastro di rena, proprio nella cava in cui lo stesso Malpelo lavora, rassegnato al proprio destino, sopportando fatiche, soprusi, rischi e una paga infinitamente bassa. Il giovane ragazzo cresce in fretta e cerca di imporsi in un mondo spietato: picchia il suo asino per insegnargli che la vita è dura e che è sempre il più forte ad avere la meglio; accetta i lavori più rischiosi e ingrati, perché non ha affetti che lo rimpiangerebbero.
Ho sempre pensato che la vita del minatore fosse la più dura esistente su questa terra: oggi i lavoratori “del sottosuolo” possono contare su standard di sicurezza certo più elevati rispetto ai loro predecessori del XIX e XX secolo, ma quello del minatore rimane comunque un lavoro sfruttato, sottopagato e frustrante, “una vitaccia da talpa”, come la definisce Verga, il quale, con il suo estremo verismo, ci offre un quadro crudele, ma allo stesso tempo poetico e commuovente della vita degli “ultimi”.
Il lavoro, in questa novella, non nobilita l’uomo e non è motivo di aggregazione sociale, ma anzi di isolamento; viene percepito come una sorta di maledizione, che si tramanda di padre in figlio, senza margine di miglioramento.
Inutile dire come e quanto faccia riflettere sul nostro tempo una novella di questo tipo. Il lavoro minorile e lo sfruttamento non sono certo ricordi del passato e la novella di Verga è il miglior omaggio ai Lavoratori (quelli veri, onesti e sfruttati) esistente nella letteratura.
Ps: nello scrivere questa recensione mi sono imbattuta in un film, tratto dalla novella di Verga, uscito nel 2007, con la regia di Pasquale Scimeca. Non ne conoscevo l’esistenza! Qualcuno di voi invece l’ha visto? Che ne pensate?
Cat.
Titolo: Rosso Malpelo
Autore: Giovanni Verga
Edizione: La spiga edizioni
LINK AMAZON: Rosso Malpelo e altre novelle. Con espansione online
Che bell’articolo ☺
L’ho conosciuto ai tempi della scuola, dovrei riprenderlo perché lo ricordo solo a grandi linee. Avevo però visto uno spettacolo teatrale qualche anno dopo che mi era piaciuto molto. Del film non sapevo l’esistenza!
"Mi piace"Piace a 1 persona
In molti lo studiano solo a scuola e a grandi linee. Andrebbe riletto più spesso! Facci sapere le tue impressioni se vedrai il film!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Certamente! ☺
"Mi piace"Piace a 1 persona