
Classe 1954, Ishiguro nasce a Nagasaki, ma ben presto si trasferisce con la famiglia in Inghilterra, dove comincia gli studi e si laurea in lettere e filosofia.
Il Premio Nobel arrivato quest’anno è sicuramente il più prestigioso, ma non è l’unico riconoscimento della sua carriera: nel 1989, ad esempio, vinse l’ambito Booker Prize, proprio per il romanzo di cui parliamo oggi: Quel che resta del giorno (The remains of the day), un libro che tocca con delicatezza le corde più profonde dell’animo.
La voce narrante del romanzo è quella di Mr. Stevens, maggiordomo inglese preciso ed irreprensibile, che per gran parte della sua vita ha lavorato nella dimora di Darlington Hall, in cui si sono succeduti due padroni, uno inglese e uno statunitense. È proprio il padrone statunitense a convincere Mr. Stevens, che non ha mai fatto una vacanza, a concedersi un po’ di riposo.
Il viaggio in Cornovaglia, volto ad andare a trovare Miss Kenton, anch’essa un tempo lavoratrice a Darlington, offre al nostro protagonista l’occasione di ripensare finalmente al proprio passato, alle ombre di una vita spesa a servire il prossimo, come suo padre aveva fatto prima di lui. È mai riuscito in tutti quegli anni ad essere sé stesso, ad esprimere pensieri propri ed emozioni, o la professione lo ha trasformato col tempo in una macchina insensibile?
Molti dubbi ancora irrisolti ricadono anche sulla figura dell’ex padrone inglese: era veramente un brav’uomo o aveva tendenze filonaziste, cosa che in effetti molti gli rinfacciarono una volta finita la guerra? L’anziano maggiordomo ricorda che negli anni trenta, nella grande casa, si tenevano riunioni e pranzi suntuosi, dove gli ospiti erano spesso uomini in divisa, ma i dettagli nella sua mente rimangono sbiaditi dal tempo trascorso e dal forte sentimento di sudditanza, che ancora prova per l’uomo che era abituato a chiamare rispettosamente “Milord”.
E Miss Kenton? Il suo arrivo a Darlington era riuscito a smuovere qualcosa nel suo animo, indurito da anni di servizio passati a testa bassa, immerso nella convinzione di appartenere ad una classe inferiore. La donna aveva fatto emergere qualcosa che Stevens pensava essere sepolto per sempre. Sarà mai disposta a tornare al vecchio servizio, con lui, o la vita l’avrà portata verso altre strade?
Il flusso dei pensieri è continuo, ma lo scrittore riesce a farci tenere insieme i fili del passato e del presente, che si ricompongono come in un telaio. Una scrittura delicata, essenziale e pulita, ma dalla grande forza poetica, da vita a personaggi indimenticabili e ci lascia una bella lezione di vita: c’è sempre tempo per apprezzare quel che resta del giorno.
Ps: da questo libro è stato tratto un bellissimo film nel 1993, i cui famosi protagonisti sono ritratti Anthony Hopkins e Emma Thompson! L’avete visto o avete letto il libro??
Un abbraccio
Cat.
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Titolo: Quel che resta del giorno
Autore: Kazuo Ishiguro
Editore: Einaudi (Collana Super ET)
Pagine: 296
Anno: 2016
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2 pensieri su “RECENSIONE: “Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro”