Correva l’anno 1980…
E nell’aria suonavano le note del brano “Quanno chiove“ di Pino Daniele.
Cari amici di EC_Shivers’, come vi ho detto nell’appuntamento di due settimane fa, le ferie se ne sono andate e la routine giornaliera è ripresa a grande ritmo portandosi dietro tutte le scadenze accumulate sul lavoro, tutte le attività personali rimaste ferme e tutti gli imprevisti. Il risultato di tutto questo è il depauperamento in pochi giorni del benefico effetto del riposo. Proprio a causa di questi motivi sarò costretto a essere un po’ più conciso perché, pur non volendo mancare all’appuntamento proprio nel giorno del mio compleanno, il tempo da dedicare a queste righe si è ridotto considerevolmente.
Come già accennato nella frase ricorrente l’artista di oggi è Pino Daniele, un cantautore Napoletano che ha diversi punti in comune con il personaggio dell’articolo precedente.
Pino Daniele nasce a Napoli il 19 marzo 1955 come primo di sei fratelli di una umilissima famiglia di operai residente nel quartiere Porto; successivamente, grazie a dei familiari, si trasferisce dalla casa natia ad una casa nella zona di Piazza Santa Maria La Nova. Dopo le scuole elementari e medie frequenta l’istituto Armando Diaz di Napoli ottenendo il diploma di ragioniere ed imparando, da autodidatta, a suonare la chitarra. La sua passione per la musica, iniziata molto presto, lo porta a suonare in alcuni complessi con amici e, nel 1975, ad iniziare l’attività suonando in dischi di altri. È nel 1976 che arriva la svolta con la sua esperienza più importante di allora, entra a far parte come bassista del gruppo dei “Napoli Centrale”, un insieme di artisti napoletani molto quotato che sarà fondamentale per il futuro artistico di Pino. È proprio in questa esperienza che incontra il sassofonista James Senese che lo aiuterà anche nella realizzazione di alcuni dei suoi primi album.
L’album d’esordio è “Terra mia” del 1977 contenente il bel brano “Napule è” scritto a soli diciotto anni, seguiranno in sequenza “Pino Daniele” del 1979, “Nero a metà” del 1980, dal quale abbiamo tratto la nostra canzone, e “Vai mo’ “ del 1981.
Sono proprio gli anni ’80 a consacrare definitivamente Pino Daniele; a giugno del 1980 infatti inaugura il concerto di Bob Marley allo stadio di San Siro suonando davanti a circa 80.000 spettatori e subito dopo pubblica il già citato Nero a metà album con il quale si fa conoscere al grande pubblico.
In una delle mie consuete ricerche prima di scrivere l’articolo sono venuto a conoscenza della motivazione del titolo (fonte Wikipedia che cito testualmente):
“Il titolo dell’opera è una dedica che l’artista fece all’allora cantante degli Showmen Mario Musella, scomparso poco prima della pubblicazione del disco, definito da Pino Daniele “Nero a metà” in quanto figlio di madre napoletana e di padre nativo americano. Il disco è presente nella classifica dei 100 album italiani più belli di ogni tempo, stilata dalla rivista Rolling Stone Italia nel gennaio del 2012”.
Gli anni ottanta proseguono con concerti ( settembre 1981 a Napoli con circa 200.000 persone e apertura a Milano delle esibizioni di Carlos Santana e Bob Dylan nel 1984), nuovi dischi ( da “Bella ‘mbriana” del 1982 fino a “Mascalzone latino” del 1989 passando per “Ferry boat” con la partecipazione di Gato Barbieri ed altri), collaborazioni con altri artisti di fama internazionale ( l’album di Richie Heavens “Common Ground” del 1983), album live ( come “Sciò live” del 1984 con Chick Corea e George Benson) e riconoscimenti come il Premio Tenco per il brano Schizzechea migliore canzone in dialetto.
Nel 1990 le sue condizioni di salute lo obbligano ad uno stop di alcuni mesi per poi ripartire l’anno successivo con la sua produzione di dischi. Nel 1992 partecipa (cosa che fa di rado) ad una trasmissione televisiva di Gianni Minà in coppia con il suo grande amico Massimo Troisi (entrambi accomunati dalla stessa malattia) per il quale aveva scritto le musiche dei film “Ricomincio da tre” e “Le vie del Signore sono finite”.
Gli anni novanta non sono facili perché oltre alla malattia affronta anche problemi familiari divorziando dalla prima moglie. Successivamente convolerà a seconde nozze con Fabiola Sciabbarasi che resterà al suo fianco fino alla morte.
Nel 1994 partecipa ad una tournée con Eros Ramazzotti e Jovanotti e nel 1995 con “Non calpestare i fiori nel deserto” e nel 1997 con “Dimmi cosa succede sulla terra” esplode il suo successo di vendite.
Nel 1999 è ospite di Zucchero all’Arena di Verona e l’occasione sancisce la ricomposizione del rapporto fra i due artisti che erano stati protagonisti di alcuni screzi.
Negli anni a venire il successo di Pino Daniele continua come continua la sua produzione di bellissimi album fino al tragico 4 gennaio del 2015 quando, colpito da un infarto nella sua casa di Orbetello tenta di raggiungere l’ospedale Sant’Eugenio di Roma nel quale, nonostante i tentativi dei sanitari, muore alle 22.45.
Come già anticipato è proprio con Zucchero che Pino Daniele ha diversi punti in comune nonostante la diversità di genere musicale indipendentemente dalla costante blues dei due.
Ambedue provengono da famiglie umili, si appassionano alla musica molto giovani e sperimentano strade musicali nuove tanto che uno lancia lo stile “Blues mediterraneo” e l’altro il ”Tarumbò” incroci di diversi generi musicali di origine americana ed italiana.
Ma la loro analogia non si ferma qui, ambedue sono promotori di grandi collaborazioni con tanti altri artisti, sia italiani che stranieri, di grandissimo spessore e produttori di lavori, specialmente Pino Daniele, che abbracciano tanti stili molto diversi fra di loro. Si può parlare veramente di due grandi artisti della nostra musica.
Pino Daniele era molto amato nella sua Napoli ed alla sua morte c’è stata una grande e commossa partecipazione popolare. I suoi funerali si sono celebrati nella stessa giornata prima a Roma e poi a Napoli dove l’urna con le sue ceneri è rimasta esposta per diversi giorni per permettere ai tanti suoi concittadini di rendergli omaggio. Successivamente l’urna è stata tumulata nel cimitero della cittadina toscana di Magliano vicino a dove viveva.
Ed in Italia cosa è accaduto durante questo anno?
Purtroppo diverse cose poco piacevoli, a giugno abbiamo avuto il disastro del DC9 Itavia diretto a Palermo noto come la strage di Ustica, uno dei più grandi misteri italiani nel quale hanno perso la vita 81 persone; ad agosto abbiamo avuto la strage alla stazione di Bologna, nella quale hanno perso la vita 85 persone e ne sono rimaste ferite più di duecento, e nel mese di novembre abbiamo avuto il terremoto dell’Irpinia con quasi tremila morti e quasi novemila feriti, un anno veramente disgraziato.
Ma fra le cose che ricordo con un certo dispiacere devo aggiungere anche la scomparsa, in dicembre, di John Lennon artefice insieme ai suoi compagni dei Beatles di una vera e propria rivoluzione musicale.
Purtroppo l’anno in questione ha visto anche la scomparsa di diversi personaggi che hanno lasciato un segno importante nella nostra storia, chi per un verso e chi per un altro; Peppino De Filippo, Gianni Rodari, Jean-Paul Sartre, Alfred Hitchcock, Walter Tobagi e Peter Sellers con la sua pantera rosa.
Per quanto riguarda i ricordi personali questi sono legati all’università, alle vacanze funestate dall’attentato di Bologna ed alla passione per la musica.
Dello studio ricordo con soddisfazione il filotto di esami che sono riuscito a sostenere, tra l’altro con buoni voti, e che ritengo essere stato il miglior risultato di tutti gli anni universitari. Erano tempi in cui la fortuna e l’entusiasmo non mancavano e questo generava in me una fiducia nel futuro ed una voglia di spingere sempre più forte sull’acceleratore. Provavo sensazioni piacevoli che accompagnavano giornate dense di impegni che scorrevano velocissime e che mi facevano addormentare con il sorriso sulle labbra solo per la soddisfazione di averle vissute. Era il periodo in cui mi sentivo padrone del mio destino e lontani erano i tempi dei problemi che la vita prima o poi ti obbliga a risolvere. Qualsiasi cosa era vista in positivo ed il negativo non era contemplato. Sono stati periodi bellissimi dei quali conservo un ricordo indelebile tanto che, ancora oggi, quando parlo del periodo universitario dico sempre che è stato il periodo più bello della mia vita e forse quest’anno uno dei migliori.
Delle vacanze non ho ricordi particolari visto che erano le classiche vacanze trascorse a Viareggio con i parenti della mia fidanzata e dedicate al massimo relax, bagni, girate in bicicletta e tanti libri da leggere.
Per quanto riguarda invece la mia passione per la musica ricordo l’arrivo, per il mio compleanno, dell’ultimo pezzo a completamento del tanto sospirato impianto HiFi. Complice il fatto del buon andamento scolastico, sia della mia fidanzata che mio, mia madre mi regalò la piastra di registrazione dell’AKAI uscita ad inizio anno; sembrava un’astronave, aveva tante luci celesti compresi i VU-meter digitali vera novità del momento. Si vede che era destino che i miei genitori fossero i miei fornitori ufficiali di piastre di registrazione (vedi articolo Correva l’anno 1973…).
Cari amici adesso inizia ad essere tardi, la stanchezza mi fa chiudere gli occhi e mi crea problemi di concentrazione per cui vi saluto, vi allego il link della nostra canzone, vi auguro buon ascolto e vi aspetto per il prossimo viaggio con la nostra musica italiana.
“E aspiette che chiove
L’acqua te ‘nfonne e va
Tanto l’aria s’adda cagna”
Mr.
E te cosa facevi nel 1989? Faccelo sapere e condividici sui social!
2 pensieri su “Correva l’anno 1980 …”