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Pesaro, 9 novembre: Mia moglie andava in barca a Barcellona 2.0

Cari amici di EC-Shivers’ oggi siamo qui a raccontarvi della nuova avventura dei medici e degli infermieri di terapia intensiva dell’ospedale O.S.M.A di Firenze.

Come ricorderete li abbiamo lasciati a maggio durante la cena in pizzeria per festeggiare il successo della serata e li ritroviamo giovedì 9 novembre a fine turno della mattina, pronti a salire sul pulman che li porterà a Pesaro.
La domanda che vi starete facendo è: “ma cosa c’entra Pesaro con i nostri sanitari di Ponte a Niccheri (FI)?”

In effetti Pesaro c’entra eccome visto che proprio qui si tiene un importante convegno medico sulla Terapia Intensiva e gli organizzatori hanno invitato il gruppo a presentare lo spettacolo andato in scena a maggio.

Il ritrovo, manco a dirlo, è in prossimità dell’ospedale, in un piazzale di un grande parcheggio che permette a tutti i protagonisti di raggiungere il pulman con comodità. Fra i partecipanti c’è chi sta uscendo dal turno della mattina e chi arriva in auto da casa con il suo “corredo”.
Dalle macchine che arrivano vengono scaricati gli “attrezzi” necessari per la rappresentazione, i giovani musicisti sono accompagnati dai loro strumenti (la pianola, la chitarra e il flauto) mentre altri portano i vari oggetti per le scene.
La grande bocca del bagagliaio del pulman ingoia tutto con voracità e, una volta sistemate le attrezzature, si passa a sistemare le borse e le valige.

Il gruppo è visibilmente eccitato, da una parte la tensione per questa nuova esperienza dall’altra la soddisfazione per l’opportunità ricevuta.

L’obiettivo è sempre il solito, raccogliere fondi per poter pagare il ticket sanitario per l’ambulatorio di follow-up degli ex pazienti di terapia intensiva ed allo stesso tempo sensibilizzare le strutture sanitarie e pubbliche sull’argomento.
Con lo spettacolo precedente sono stati raccolti fondi che hanno permesso e stanno permettendo di pagare tutti i ticket dei pazienti dell’ambulatorio.

Finalmente è arrivata l’ora, l’autista chiude il portellone, ed il gruppo lentamente inizia a salire sul pulman ed a prendere posizione mentre il caposala che funge da coordinatore procede con l’appello per verificare la presenza di tutti i partecipanti.
L’autista, una volta ricevuta conferma della completezza del gruppo, mette in moto ed il pulman si muove in direzione dell’ingresso dell’autostrada accompagnato dal chiacchiericcio dei presenti.

Bastano pochi minuti, il tempo di prendere l’autostrada, e si comincia ad organizzare il viaggio, spunta una chiavetta USB per la musica ma, ahi noi, il pulman non è dotato di lettore; non importa, si aguzza l’ingegno, spunta allora una minicassa bluetooth che accoppiata in modo artigianale al microfono diventa un più che decente impianto stereo. Cominciano a suonare vecchie canzoni adatte a scaldare l’atmosfera ed in men che non si dica il pulman risuona di cori battiti di mani e conseguenti gioiose risate.

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La partecipazione è totale, gli sguardi dei giovani musicisti tradiscono una leggera meraviglia nel vedere tanta verve nei loro compagni di viaggio più attempati ma si adeguano perfettamente mentre io ne approfitto per scattare qualche foto e registrare qualche spezzone di video.

Grazie a questa contagiosa allegria il tempo vola e, fra un coro ed un altro, una risata e l’altra e la canonica sosta in autogrill Pesaro si avvicina molto velocemente.

La prima tappa serve a prendere possesso delle camere in un albergo vicino a quello che ospita il congresso e di conseguenza lo spettacolo, con la seconda si raggiunge la destinazione.
La grande bocca si apre per la terza volta e permette di depositare sulla strada tutto il materiale necessario allo spettacolo che viene raccolto e portato nel locale che funziona da camerino e da sala prove.

Dopo lo spettacolo del viaggio d’andata inizia lo spettacolo del backstage. Dalle borse spuntano le trousse dei colori e le ragazze iniziano il rituale del trucco mentre i giovani musicisti impugnano i loro strumenti ed i ballerini scaldano i loro muscoli. Anche in questo caso, come sul pulman, bastano pochi minuti ed iniziano i primi accenni di canti e cori fino a diventare un mezzo spettacolo; salgono in cattedra i testi delle canzoni di De Andrè, e quelli delle canzoni popolari, romane e napoletane, che ben si addicono a queste situazioni fino ad arrivare al brindisi prima dello spettacolo.

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Il tempo di gettare i bicchieri e via a fare le prove nella sala occupata fino a poco prima dai lavori del convegno. Si stendono i cavi, si dispongono gli altoparlanti e le luci, si prepara il computer con il filmato, si controllano le quinte montate il giorno precedente ed inizia l’esecuzione dei vari pezzi. Si passa velocemente dalle canzoni alle movenze dei balletti alle recitazioni fino alle prove del gran finale.

Ci siamo, uno sguardo all’orologio e ci rendiamo conto che è l’ora, chi deve prendere posto fra gli spettatori lo fa mentre gli altri rientrano nella zona camerini in attesa del loro turno.

Le luci si spengono e lo spettacolo inizia.

Come descritto in occasione della prima rappresentazione (Mia moglie andava in barca a Barcellona) il filo conduttore di tutto lo spettacolo sono le sensazioni e le emozioni raccontate dai pazienti della rianimazione. Nell’introduzione, insieme ai saluti, viene brevemente spiegata l’origine e la motivazione dello spettacolo per poi lasciare spazio al brano che di fatto inizia la performance, “Emozioni”.

Nel corso della rappresentazione ogni sensazione viene introdotta da una diapositiva, da uno stacco musicale alla pianola e quindi da tre frasi di pazienti.

Si inizia con i Bisogni Fisici che vengono rappresentati da una scena ambientata in rianimazione e che è un dialogo surreale fra una paziente ed un’infermiera, si continua con la Speranza ed un monologo sul significato di questa per poi passare alla Paura, descritta da quattro bravi ballerini, al Delirio Erotico  con lo spogliarello stile Full Monty, alle Allucinazioni con la canzone Voci ed il balletto in tre sezioni, alla Dignità con la poesia, stavolta recitata da dietro le quinte mentre sul palco viene illuminata una sedia vuota, fino ad arrivare all’Amore descritto in modo calzante dalla canzone La cura.

In questo percorso sono inseriti due intermezzi, uno musicale con la canzone Don Raffaè dopo la speranza e l’altro, spassosissimo, con le sorelle bandiera dopo il delirio erotico.

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La serata si conclude fra gli applausi con un discorso che sottolinea l’importanza del gruppo, dell’affiatamento e del senso di appartenenza che in questo si sono creati con il passare del tempo; tutto questo indipendentemente dall’età, dal ruolo e dal genere. Sono proprio l’affiatamento ed il senso di appartenenza che hanno permesso a questo gruppo di ottenere degli ottimi risultati professionali.

Per sottolineare tutto questo lo spettacolo si conclude con la recita del testo della canzone di Giorgio Gaber L’appartenenza.

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Alla fine, prima dei saluti, i ringraziamenti che vanno:

– a tutto lo staff della terapia intensiva dell’O.S.M.A di Firenze (sia ai presenti che agli assenti rimasti a coprire i turni).
– ai giovani amici esterni, musicisti, cantante e gruppo di ballo
– al regista ed al tecnico del suono
– ed anche a due ex pazienti.

Anche questa seconda serata è stata un grande successo con tanti applausi e diversi momenti di grande divertimento, specialmente in occasione dello spogliarello e dell’intermezzo delle sorelle bandiera, ma non sono mancati momenti di riflessione e di grande partecipazione. Le testimonianze del pubblico a fine spettacolo sono state motivo di grande soddisfazione per tutti quelli che si sono impegnati per la realizzazione del progetto che ha già fissata una terza data a Firenze nel periodo prenatalizio.

Nonostante l’ora tarda non si può non festeggiare con una bella cena a base di pesce e fra una pietanza ed un’altra, una risata ed un’altra si trovano le due di notte.

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Rimane da raggiungere l’albergo che dista una mezzora abbondante di cammino, qualcuno prende il taxi altri, come me, preferiscono una bella passeggiata notturna e finalmente, alle tre, gli occhi si chiudono per un breve riposo.

Ma alle sette di nuovo tutti in piedi per la colazione perchè alle otto poco più si deve partire, per alcuni dei protagonisti la giornata sarà lunga, c’è da dare il cambio ai colleghi della mattina e lavorare di pomeriggio.

A questo punto sarebbe lecito aspettarsi un viaggio di ritorno all’insegna del riposino e del silenzio ma non conoscete bene di che pasta sono fatti questi eterni ragazzi, pochi minuti dopo la partenza del pulman si riorganizza l’impianto stereo e via con i canti che ci accompagnano fino all’arrivo nel piazzale da dove eravamo partiti il giorno prima.

Il tempo di scendere ed alcuni si dirigono parlottando verso il turno di pomeriggio mentre gli altri salgono in macchina e se ne tornano a casa felici di aver condiviso con gli altri amici questa bella esperienza.

Carissimi lettori questa volta gli spettacoli sono stati davvero tanti, in effetti la rappresentazione di Pesaro è stata motivo di grande orgoglio e soddisfazione ma vi garantisco che lo spettacolo del viaggio, del backstage, della cena con tanto di passeggiata sotto le stelle non sono stati sicuramente da meno.

Un saluto a voi ed un grande saluto ai miei compagni di viaggio.

A risentirci presto con le nostre consuete rubriche e ricordatevi che … “ Mia moglie andava in barca a Barcellona”.

Mr.

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