Classici

RECENSIONE: “Il fantasma di Canterville” di Oscar Wilde

Un ambasciatore americano si trasferisce con la famiglia (la moglie e i quattro figli) nel castello di Canterville, in Inghilterra, pur sapendo che quel luogo è infestato da secoli dal fantasma dell’antico proprietario, Sir Simon di Canterville, il quale un giorno uccise la moglie Lady Eleonore e poi scomparve nel nulla, senza lasciare traccia.

Una volta che gli Otis si sono insediati nella nuova casa, il fantasma fa di tutto per spaventarli, in modo tale da causarne la fuga e poter tornare alle sue abitudini e alla sua “esistenza” tranquilla, in attesa di nuovi proprietari da trattare allo stesso modo.

Rimane però terribilmente deluso: gli Otis non si mostrano affatto terrorizzati e a tutto quello che succede, anche al fatto più soprannaturale, cercano di trovare una spiegazione razionale. C’è una macchia di sangue sul pavimento della biblioteca? Nessun problema: uno smacchiatore di ultima generazione la farà svanire in un batter d’occhio! Un uomo dall’aspetto terrificante appare improvvisamente, facendo cigolare le sue catene e ridendo in modo malefico? Ha sicuramente bisogno di un po’ di lubrificante e di uno sciroppo per il mal di gola.

La famiglia si mostra quasi divertita da quegli “spettacoli” messi in atto dallo spirito, che presto diviene lui stesso oggetto di scherzi e trappole architettati dai due figli più piccoli del signor Otis, i gemelli soprannominati Stars e Stripes (chiaro riferimento ironico al loro forte sentimento patriottico).

Nonostante tutti gli sforzi compiuti, e gli stratagemmi messi in atto, non passa molto tempo che il fantasma cade in depressione, non capendo come abbia fatto a precipitare dall’antica posizione di assoluto potere nel generare terrore alla deludente situazione del presente. Per non far rumore ed attirare l’attenzione degli Otis (dei quali comincia lui stesso ad avere paura!) il povero fantasma arriva persino ad usare il lubrificante prestatogli da Sir Simon!

La sua disperazione è ormai giunta al massimo grado quando, nel salone, lo incontra Virginia (la figlia maggiore degli Otis). L’atteggiamento gentile della ragazza e il racconto sconvolgente che farà Sir Simon, svelando dettagli del passato che fino a quel momento non sapevamo, porterà la narrazione ad un finale ricco di sentimento, che risolleverà le sorti del racconto.

Wilde costruisce una trama lieve e briosa, ma allo stesso tempo carica di riflessioni. In questo breve racconto riesce ad utilizzare un’ironia quanto mai pungente verso l’aristocrazia vittoriana e i suoi pregiudizi, ma anche verso l’eccessivo pragmatismo americano, che pensa di risolvere tutto con la razionalità, stigmatizzando quelli che sono due stili di vita completamente opposti, ma comunque sbagliati. Alla fine prevalgono i sentimenti, quelli puri, che vanno oltre le differenze, perché in fondo in fondo anche un fantasma e un assassino, sebbene colpevoli, hanno bisogno di compassione ed umanità.

È un racconto che si legge benissimo e che per questo è molto studiato a scuola, in quanto si adatta alla perfezione sia ad un pubblico adolescente, che a uno più adulto. Rimarrete affascinati dalla prosa di Wilde, tagliente e compassionevole al tempo stesso, una magia!

Cat.

Autore: Oscar Wilde
Titolo: Il fantasma di Canterville
Editore: Demetra
Pagine: 128
Anno: 2006
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Valutazione: 5/5
5stelle

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