correva l'anno

Correva l’anno 2018…

Correva l’anno 2018…

E nell’aria risuonavano le note del brano “Non mi avete fatto niente“ di Ermal Meta e Fabrizio Moro.

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Buongiorno amici di EC Shivers’ mi immagino che sarete perplessi e vi chiederete cosa mi abbia spinto, nel nostro consueto appuntamento, a parlare di un anno appena iniziato e ad associarci una canzone dopo poco più di due mesi dal suo inizio senza sapere cosa succederà nei mesi rimanenti.

Ebbene dovete sapere che normalmente il mio articolo nasce nel fine settimana e quasi sempre la domenica pomeriggio quando, per abitudine, mi ritiro nella mia mansarda per mettere in ordine le idee e buttare giù il pezzo. Anche questa settimana sarebbe dovuta andare così, infatti, dopo che le riflessioni del sabato mi avevano fatto scegliere anno, artista e canzone la domenica doveva servire alla raccolta dei dati ed alla stesura dell’articolo. Purtroppo poco prima di pranzo è successo qualcosa che mi ha completamente bloccato e mi ha impedito di scrivere. Qualcuno potrebbe pensare che a bloccarmi siano state le elezioni ma, nonostante la loro enorme importanza, non sono state queste, ma un fatto legato alle umane vicende.

Come molti di voi sanno la mia città è Firenze e da buon fiorentino ed appassionato di calcio sono tifoso della Fiorentina che seguo fin da bambino, non certo per i risultati, visto che non si possono considerare eccezionali, ma per il grande affetto che la maggior parte dei fiorentini ha per la squadra che rappresenta Firenze e la fiorentinità nel mondo. È pero’ sempre stata mia abitudine cercare di conoscere i calciatori che indossano la maglia viola non soltanto come atleti ma anche come uomini perché è mio profondo convincimento che l’aspetto umano, in qualsiasi campo, risulta molto importante. Questo mio atteggiamento mentale mi ha portato, in tutti questi anni, a passare più tempo a leggere della mia squadra e dei suoi protagonisti piuttosto che a vederne le partite. Proprio per questo approccio, molto particolare,  sono venuto a conoscenza di tanti aspetti della vita comune dei calciatori della storia viola e di alcuni di loro ho potuto apprezzarne le qualità umane.

Quando si e’ tifosi, ed oltre a questo si ragiona come faccio io, si tende a considerare questi ragazzi quasi come degli amici di famiglia e quindi a sentirli parte della nostra vita.

Tutta questa lunga introduzione per spiegarvi il grande turbamento che mi ha provocato quanto successo domenica scorsa ad Udine al giovane capitano della Fiorentina Davide Astori.

Sapere di questo ragazzo, molto diverso dai suoi colleghi, serio, rispettoso e realmente sempre sorridente che se ne va nel sonno lasciando la sua compagna e la sua piccolina mi ha scatenato una profonda tristezza che mi ha continuato ad occupare la mente rendendomi impossibile la scrittura dell’articolo che avevo previsto. Ad essere proprio sincero oltre al pensiero per Davide, che molto probabilmente se ne e’ andato  senza accorgersene, non ho potuto fare a meno di pensare alla sua famiglia. Ho pensato al senso di vuoto che deve provare la sua compagna, che all’improvviso si vede privata dell’uomo che ama e dei sogni legati ad un futuro che non potrà più essere quello immaginato soltanto fino a qualche giorno fa; alla sua piccola Vittoria, che crescerà senza avere il piacere di giocare e condividere la sua vita con il “babbo”; ai suoi genitori, che dovranno sopportare l’immenso peso del dolore che si prova nel sopravvivere ai propri figli, ed al dolore di tutti i familiari che non potranno più godere di una partita di calcio senza che il pensiero li riporti a Davide.

Quando viene a mancare una persona cara all’improvviso, qualunque sia il motivo, il dolore è fortissimo e la vita non sarà mai più la stessa.

È proprio nel riflettere su quanto accaduto a Davide, ed a tutti coloro che soffrono per la sua scomparsa, che la mente ha vagato e mi ha portato a pensare anche a tutti coloro che hanno vissuto o vivono situazioni simili. Penso al dolore della famiglia del senegalese ucciso qualche giorno fa proprio nella mia Firenze da un mio concittadino fuori di testa, a quello delle famiglie di tutti i migranti, che trovano la morte nei viaggi della speranza sui gommoni che attraversano il mediterraneo, a quello delle famiglie delle vittime delle disgrazie o delle catastrofi naturali, a quello delle famiglie delle vittime del terrorismo o delle guerre, a quello delle famiglie degli uccisi per il colore della pelle o per il credo religioso ed anche a quello di tutte le famiglie delle vittime di femminicidi.

Quando si parla di morte la parola d’ordine deve essere rispetto, sia per chi se ne va sia per chi rimane a soffrire, e questo indipendentemente dal grado di coinvolgimento personale.

Nel caso di Davide mi hanno colpito e commosso i comportamenti e le testimonianze di tante persone, a partire da quelle del suo mondo, il calcio, fino ad arrivare ai comuni cittadini, e questo a testimonianza delle sue indiscutibili doti umane.

Firenze e’ una città, o come uso dire io un paesone, sempre diviso, Bianchi e Neri, Guelfi e Ghibellini, ma in questi casi riesce a ritrovare una compattezza ed una partecipazione straordinaria e le giornate di ieri e di oggi ne sono l’evidente dimostrazione.

Non volendo tradire le nostre abitudini legate alla musica credo che la canzone che ha vinto il Festival di Sanremo, di Ermal Meta e di Fabrizio Moro, sia decisamente in tema.

Ascoltiamocela sperando che almeno le morti dovute alla stupidità umana possano un giorno finire, tanto ci rimarrà sempre il dolore per quelle che non possiamo evitare e che poco dipendono da noi.

Ciao Davide o come hanno scritto in tanti ” Ciao mio Capitano ….”, Firenze non dimentica i suoi cari.

cap

Un triste saluto ed a risentirci fra due settimane con l’anno e la canzone che avevo preparato sabato.

Buona festa delle donne a tutte.donne

Ciao Mr.

 

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