“B” come Bufalo contenuto nel titolo del quinto album di Francesco De Gregori “Bufalo Bill”.
Dopo un debutto in coppia con Antonello Venditti, Theorius Campus, De Gregori inizia il suo cammino solitario con gli album Alice non lo sa, Francesco De Gregori, Rimmel ed appunto, Bufalo Bill del 1976.
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L’album, nelle intenzioni dell’autore, dovrebbe avere un filo conduttore che è l’America ma non in tutte le canzoni si percepisce chiaramente. Lp di gran successo, come Rimmel, con il quale condivide inizialmente le prime posizioni della classifica di vendite. Rimarrà all’interno della classifica stessa per più di 30 settimane.
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1 – Bufalo Bill
La canzone descrive la parabola discendente dell’uomo del West, parabola discendente dovuta al passare degli anni, da giovane e famoso cacciatore ad attrazione del circo.
“Mio padre guardiano di mucche,
mia madre una contadina.
Io, unico figlio biondo quasi come Gesù,
avevo pochi anni e vent’anni sembran pochi,
poi ti volti a guardarli e non li trovi più.
E mi ricordo infatti un pomeriggio triste,
io, col mio amico ‘Culo di gomma’, famoso meccanico,
sul ciglio di una strada a contemplare l’America,
diminuzione dei cavalli, aumento dell’ottimismo.
Mi presentarono i miei cinquant’anni
e un contratto col circo “Pacebbeene”
a girare l’Europa.
E firmai, col mio nome firmai,
e il mio nome era Bufalo Bill.”
2 – Giovane esploratore Tobia
Il brano è una collaborazione musicale con Lucio Dalla e fa riferimenti all’impegno sociale narrando la storia di un Boy Scout.
“Giovane esploratore Tobia,
parte per la gita scolastica
e non sa che fare.
Gira la testa e vede un vagone bruciare,
tira l’allarme e salva la ferrovia,
giovane esploratore Tobia”
3 – L’uccisione di Babbo Natale
Una storia di due giovani e del periodo della ribellione sociale, il 1968.
“Infatti arriva Babbo Natale,
carico di ferro e carbone,
il figlio del figlio dei fiori lo uccide
con un coltello e con un bastone.
E Dolly gli pulisce le mani con una fetta di pane,
le nuvole passano dietro la luna
e da lontano sta abbaiando un cane. ”
4 – Disastro aereo sul canale di Sicilia
Una canzone che racconta la storia di un aereo americano caduto nel mare del canale di Sicilia con il suo giovane pilota.
“E la fabbrica di vedove volava,
sola, come un uccello da rapina.
Il mare una tavola azzurra ormai,
l’Africa era già più vicina,
sul cielo una striscia di neve, bianca,
bianca di carta velina”
5 – Ninetto e la colonia
Un brano ispirato ad un libro del politico e scrittore peruviano Manuel Scorza. Francesco De Gregori lo descrive così: “Racconta la triste storia di un bambino che si trova in un cinema al momento in cui entrano dei marines, che mettono tutti al muro e li fucilano, anche Ninetto. Dopo i marines arrivano i signori della Chiquita che raccolgono le banane che prima erano di Ninetto e dei suoi amici”
“La notte si annunciava chiara, la sera era serena
la gente nel cinema assisteva seria al magico:
“Quattro per quattro del Circo di Brema”.
Nel cielo all’improvviso si aprì un lampo,
la pellicola di colpo si spezzò
e apparve all’improvviso sullo schermo,
un pellegrino vestito di Chiffon.”
6 – Atlantide
Una canzone tipica di De Gregori piena di immagini da interpretare. Come faccio spesso ho cercato fra le varie interpretazioni che la rete ci propone ed una mi è molto piaciuta. È probabile che il cantautore parli di sè, della propria vita, delle sue esperienze amorose venate da un po’ di tristezza ed anche del suo modo di essere.
“Lui adesso vive ad Atlantide
Con un cappello pieno di ricordi
Ha la faccia di uno che ha capito
E anche un principio di tristezza in fondo all’anima
Nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata
E a volte ritiene di essere un eroe”
7 – Ipercarmela
Il ritratto e la storia di due emigranti del sud.
“La cucina era vuota, il bicchiere a metà,
l’uomo guardava serio il muro e poi seguiva
il fumo che saliva lento verso la lampadina.
La stagione era quasi finita, l’uomo
pensava “Questa è casa mia”.
Nella stanza del letto, la donna grassa e nervosa,
sfogliava un giornale a colori:
la vita di una donna, bionda, famosa e ricca,
con qualche anno in meno.
Qualche anno di meno, pensò, e lei somiglierebbe a me.”
8 – Ultimo discorso registrato
Una delle canzoni che De Gregori ha scritto contro la guerra.
“Discutevano in quattro in un tramonto italiano
di politica, estetica e matematica
le loro sigarette tiravano il fumo al mulino
e all’improvviso un’esplosione da lontano
erano l’ultima guerra e il primo amore
miti tranquillizzanti
forse droghe pesanti
o mani pietose che chiudono gli occhi”
9 – Festival
Un brano che parla della morte di Luigi Tenco in occasione della sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1967. Lo stesso cantautore in un’intervista dice: “Tenco non è un personaggio vincente, non è una persona che ha agito bene ed io non ho voluto fare una canzone per difenderlo, ho voluto parlare di Tenco perché è esistito. Oggi o non se ne parla mai o si fanno delle commemorazioni macabre”.
“E così fu la fine del gioco,
con gli amici venuti da lontano.
a deporre una rosa sulla cronaca nera,
a chiudere un occhio, a stringere una mano.
Alcuni lo ricordano ancora, mentre accende una sigaretta,
altri ne hanno fatto un monumento,
per dimenticare un po’ più in fretta.
La notte che presero il vino e ci lavarono la strada,
chi ha ucciso quel giovane angelo,
che girava senza spada”
10 – Santa Lucia
Una canzone molto cara a Lucio Dalla che a suo tempo costò a Francesco qualche polemica per il tema religioso. Lui spiegò la motivazione del brano in questo modo: “Mia madre, che è leggermente miope, quando cercava qualcosa e non riusciva a trovarla, quando la trovava diceva “Santa Lucia, santa Lucia, non l’avevo vista”. La canzone è nata così, questa è una canzone per tutti quelli che non vedono. Non capisco perché debbo vergognarmi di aver usato questa mediazione cattolica … Se le critiche sono rivolte solo al fatto che si nomina una santa, non me ne vergogno … Poi si può dire che faccio delle canzoni commissionate dal Papa, nessuno è al di sopra di ogni sospetto”.
“Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi
E gli occhi e un cuore che non basta agli occhi
E per la tranquillità di chi va per mare
E per ogni lacrima sul tuo vestito,
Per chi non ha capito”
Francesco De Gregori è uno dei cantautori italiani più raffinati, non è mai banale e le sue canzoni non sempre sono facili da comprendere, è però innegabile che risulti essere uno dei migliori e dei più seguiti sia negli anni passati che adesso. Spero che la scelta vi sia piaciuta e vi aspetto al prossimo appuntamento con la lettera “C”.
Un saluto, Mr.