Jonas ha trentotto anni, è un immigrato russo, ma vive in Francia da quando era molto piccolo; la sua famiglia si è smembrata a causa della Rivoluzione e non si è mai più ricomposta. Jonas non ha più saputo nulla dei genitori, delle numerose sorelle e del fratello; non è più tornato in patria, un po’ per paura, un po’ per non sconvolgere la tranquilla routine che si è ormai creato. Al mattino dei croissants caldi al forno, a pranzo dall’italiano Pepito, al pomeriggio un caffè da Le Bouc, una sfogliata all’album dei suoi amati francobolli.
Il piccolo libraio, che vende e scambia libri usati e che tutti conoscono, ma a cui nessuno da del “tu”, si è persino sposato al piccolo paese, nella cui piazza principale tre giorni alla settimana si tiene un ampio e chiassoso mercato, e dove tutti inevitabilmente si conoscono. La bella e prosperosa Gina Palestri, la figlia della fruttivendola, l’ha completamente spiazzato quando ha accettato la sua proposta. Jonas era sicuro che così la ragazza, di sedici anni più giovane, e dal carattere frizzante e indomito, avrebbe trovato con lui la tranquillità, la sicurezza, e forse, in un prossimo futuro, anche la felicità.
Eppure, una notte, Gina non torna a casa, e la mattina dopo Jonas scopre che la donna gli ha rubato tutti i francobolli di maggior valore da lui raccolti nel corso degli anni e custoditi in una cassetta chiusa a chiave. Tutte le sue certezze svaniscono, sente il mondo crollargli addosso; si vede costretto ad affrontare le prime perplessità della gente, che non vede più Gina per la strada, e per proteggersi comincia a pronunciare le prime menzogne: la moglie è andata con la corriera a Bourges a trovare un’amica. L’aveva fatto altre volte; sembra la scusa perfetta. La moglie presto aprirà la porta e tutto tornerà come prima.
Ma è solo questione di tempo: Gina non torna e i vicini non tardano ad accorgersene, dando inizio così ai sospetti di un litigio finito male. Vuoi vedere che il piccolo ebreo, venuto dalla fredda e lontana Russia, non reggendo più di essere tradito e sbeffeggiato, ha fatto fuori la moglie troppo esuberante?
Il dramma dell’abbandono, unito alla fiducia tradita e alla crudeltà del pettegolezzo, perpetuato da persone che riteneva ormai amiche, cominciano a stritolare la personalità bonaria e mansueta del piccolo libraio. Egli sprofonda di nuovo in una solitudine, che pensava ormai superata, o comunque attutita, con il matrimonio.
La prosa scorrevole, intensa e profonda di Simenon ci regala un’altra piccola perla, una storia di solitudine viscerale, che colpisce il lettore fin dalle prime pagine. Veniamo presi da un’infinita tenerezza verso questo piccolo libraio, che strappato involontariamente alle proprie radici, non chiede altro che ritagliarsi un umile posto nel mondo, godendo del rispetto che merita. Tristezza e angoscia crescente non mancano, specialmente nel finale, che lascia la bocca amara, ma è un libro che va letto con attenzione, soppesando ed apprezzando ogni parola ed ogni frase.
Simenon è uno dei pochissimi scrittori capaci di indagare l’animo umano con delle capacità quasi artistiche, da pittore impressionista: piccole pennellate in grado, passo passo, di creare un quadro di splendida umanità, disarmante nella sua semplicità. Simenon lascia sempre la voglia di svuotare il tuo portafogli alla ricerca dell’ultimo libro pubblicato, sapendo che non verrai deluso.
E ora che fino al 30 giugno la casa editrice storica di Simenon, la Adelphi, è in sconto al 25% in tutte le librerie fisiche e online, non posso che consigliarvi di approfittarne!!
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Un abbraccio a tutti e al prossimo libro!
Cat.
Titolo: Il piccolo libraio di Archangelsk
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Pagine: 172
Anno: 2007
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Valutazione: 5/5