ABC del Vinile

ABC del Vinile: I come “Storia di un Impiegato” di Fabrizio De Andrè

“I” come la parola Impiegato contenuta nel titolo dell’album di Fabrizio De Andrè “Storia di un impiegato”.

Cari amici questa settimana ritorniamo a parlare di uno dei mostri sacri della canzone italiana (Fabrizio De Andrè: Correva l’anno 1981…) e del suo sesto album o meglio del suo quarto concept (insieme di canzoni legate fra di loro che descrivono una storia ben definita).

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I precedenti concept sono stati nell’ordine, Tutti morimmo a stento del 1968,La buona novella del 1970 e Non al denaro non all’amore né al cielo del 1971; tre album uno più bello dell’altro che fanno parte della discografia del più grande “Poeta” del panorama musicale italiano.

A proposito di questo lavoro De Andrè stesso dice in una intervista alla Domenica del Corriere:

“La “Storia di un impiegato” l’abbiamo scritta, io, Bentivoglio, Piovani, in un anno e mezzo tormentatissimo e quando è uscita volevo bruciare il disco. Era la prima volta che mi dichiaravo politicamente e so di aver usato un linguaggio troppo oscuro, difficile, so di non essere riuscito a spiegarmi.”

Il disco racconta la storia di un impiegato individualista che ha una crisi interiore dopo aver ascoltato una canzone del “maggio francese”. Decide allora di lottare da solo e di compiere un gesto eclatante cioè di far esplodere una bomba (nel sogno ad un ballo mascherato con tutti i rappresentanti del potere di cui è stato succube ma nella realtà in parlamento). A causa della sua poca destrezza, nel compiere l’atto, la bomba non va a finire nei pressi del parlamento ma rotola verso un’edicola di giornali mancando totalmente il bersaglio. L’impiegato bombarolo viene quindi arrestato e proprio con l’esperienza in carcere, dove condivide con altri il suo destino, finisce la sua fase individualista ed inizia a capire il significato della parola “noi”.

Al disco hanno collaborato con De Andrè, per i testi Giuseppe Bentivoglio e Roberto Danè e per gli arrangiamenti Nicola Piovani.

Nonostante sia stato rivalutato dopo diversi anni, il disco alla sua uscita nel 1973, ebbe una critica negativa sia dagli ambienti culturali della sinistra che dal collega Giorgio Gaber.

Le canzoni del disco sono:

Lato A

1- Introduzione

L’impiegato osserva gli studenti del ‘68.

“Lottavano così come si gioca
i cuccioli del maggio era normale
loro avevano il tempo anche per la galera
ad aspettarli fuori rimaneva
la stessa rabbia la stessa primavera…”

2- Canzone del maggio

La presa di coscienza di essere comunque coinvolto anche se non ha partecipato.

“E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credervi assolti
siete lo stesso coinvolti.”

3- La bomba in testa

La scelta di unirsi alla protesta anche se con qualche anno di ritardo ed in modo individualistico e violento.

“Ormai sono in ritardo per gli amici
per l’odio potrei farcela da solo
illuminando al tritolo
chi ha la faccia e mostra solo il viso
sempre gradevole, sempre più impreciso.
E l’esplosivo spacca, taglia, fruga
tra gli ospiti di un ballo mascherato,
io mi sono invitato
a rilevar l’impronta
dietro ogni maschera che salta
e a non aver pietà per la mia prima volta.”

4- Al ballo mascherato

Il primo sogno dove immagina di mettere la bomba al ballo mascherato con tutti i simboli del potere compresi il padre e la madre.

“Mio padre pretende aspirina ed affetto
e inciampa nella sua autorità,
affida a una vestaglia il suo ultimo ruolo
ma lui esplode dopo, prima il suo decoro.
Mia madre si approva in frantumi di specchio,
dovrebbe accettare la bomba con serenità,
il martirio è il suo mestiere, la sua vanità,
ma ora accetta di morire soltanto a metà,
la sua parte ancora viva le fa tanta pietà,
al ballo mascherato della celebrità.”

5- Sogno numero due

Il secondo sogno dove il giudice, e quindi il potere, non lo condanna ma lo assolve perché il suo atto ha, di fatto, rafforzato il potere stesso invece di indebolirlo.

“Imputato,
il dito più lungo della tua mano
è il medio
quello della mia
è l’indice,
eppure anche tu hai giudicato.
Hai assolto e hai condannato
al di sopra di me,
ma al di sopra di me,
per quello che hai fatto,
per come lo hai rinnovato,
il potere ti è grato.”

Lato B

1- Canzone del padre

Il risveglio dal sogno.

“Vostro Onore, sei un figlio di troia,
mi sveglio ancora e mi sveglio sudato,
ora aspettami fuori dal sogno
ci vedremo davvero,
io ricomincio da capo.”

2- Il bombarolo

L’attentato.

“C’è chi lo vide ridere
davanti al Parlamento
aspettando l’esplosione
che provasse il suo talento,
c’è chi lo vide piangere
un torrente di vocali
vedendo esplodere
un chiosco di giornali.”

3- Verranno a chiederti del nostro amore

Il carcere, l’intervista alla sua donna e le sue riflessioni.

“Ma senza che gli altri ne sappiano niente
dimmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l’amore per amore
o per avercelo garantito,
andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori
o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.”

4- Nella mia ora di libertà

Il passaggio dall’io al noi, la presa di coscienza delle lotte collettive e non individuali.

“E adesso imparo un sacco di cose
in mezzo agli altri vestiti uguali
tranne qual’è il crimine giusto
per non passare da criminali.”

Spero che l’aver ricordato questo album del grande Fabrizio De Andrè sia stato di vostro gradimento e vi aspetto per vedere cosa ci porterà la lettera “L”.

Un caro saluto Mr.

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