Titolo: La bestia di Brixton
Autore: Gianni Mazza
Editore: Operaincerta
Pagine: 318
Anno: 2018
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Voto: 4/5
Informatico per professione, ma scrittore per passione, il ragusano Gianni Mazza è con La bestia di Brixton al suo secondo romanzo. Quando ci contatta per proporcene la lettura, accettiamo con un pizzico di curiosità, come sempre.
Di norma bastano cinque pagine per decidere se abbandonare o continuare la lettura di un libro, e Gianni ha brillantemente superato la prova. La sua è una storia a cui si torna volentieri in ogni momento libero della giornata ed è lontana dall’essere banale. Ma vediamone in breve la trama, perché se deciderete di acquistare il libro, è fondamentale che la conosciate (almeno nei suoi tratti fondamentali)!
Il protagonista si chiama Mark Collins: è un attore promettente, vive a Londra (nel quartiere di Brixton), ha una splendida compagna di nome Sarah e due genitori adottivi che lo adorano. La vita diurna di Mark scorre piuttosto serena, tra il lavoro sul palcoscenico e le chiacchierate sul futuro con Sarah, mentre la vita notturna è tutt’altra cosa.
Mark soffre infatti di un disturbo dissociativo dell’identità, per cui quando calano le tenebre, si ritrova inconsapevolmente a girovagare per strade e pub alla ricerca di potenziali prede. Non è più il Mark riflessivo e bonario che la sua famiglia conosce, ma Karl, la bestia di Brixton del titolo: varie le occasioni e le prede, ma l’alter ego di Mark agisce sempre con studiate capacità ammaliatrici, che irretiscono le vittime, e repentini scoppi di violenza, che le lasciano senza scampo.
Karl è un killer seriale, che uccide per raggiungere l’ideale di perfezione artistica che abita dentro la sua mente. Ogni donna rappresenta infatti per lui un’opera d’arte e dopo averla uccisa, egli ne muta i tratti somatici col trucco o la forza, in modo tale che assomigli ancor di più all’opera che aveva in mente all’inizio. Fatto ciò, lascia sul corpo esanime un post-it verde, contenente un messaggio di sfida per la donna che si occupa dei casi, la detective Susan Lloyd.
La mattina dopo Mark, completamente ignaro di ciò che ha fatto, torna alla sua routine quotidiana e ai suoi impegni, segue con terrore e trepidazione gli sviluppi delle vicende, commentandoli a volte con Sarah.
La scrittura di Gianni scorre frizzante, sinuosa ed è molto intrigante, segno del fatto che scrittori non ci si improvvisa, ma lo si diventa con l’applicazione e l’impegno. La bibliografia presente alla fine del libro lo dimostra.
La prima parte è più ironica e leggera, mentre la seconda si fa sempre più tesa e angosciante, si scoprono dettagli e segreti, si mettono insieme i pezzi di un puzzle molto più articolato di quello che ci saremmo immaginati: nel complesso una storia ben costruita.
Mi sono piaciuti molto i richiami intratestuali: le scene sul palco, in cui Mark dimostra tutta la sua bravura come attore, si collegano a quelle in cui Karl riesce ad adescare con discreta teatralità le sue vittime; l’amore puro per Sarah si trasforma di notte in un mero utilitarismo materialistico, dove le donne sono oggetti da trasformare in opere d’arte; il fatto che Mark taccia alla sua compagna il fatto di esser stato adottato e di non ricordarsi nulla dei suoi primi 7 anni di vita, sembra quasi un drammatico indizio di ciò che (anche se inconsapevolmente) le nasconde quando cala il sole.
Ho apprezzato i pensieri e le frasi tratte da opere di autori più o meno recenti (da Shakespeare a Coelho, da Bacon e Primo Levi), che sovrastano ogni capitolo e che anticipano un po’ ciò che il lettore si troverà ad affrontare nelle pagine seguenti. Un dettaglio ponderato (e non mero vanto intellettualistico, come invece spesso accade), che contribuisce a far sentire il lettore più coccolato e partecipe.
I capitoli sono sempre brevi e i passaggi tra il buon Mark e il suo terribile alter ego ben comprensibili; così non c’è rischio di far confusione, ma l’intreccio risulta ancora più coinvolgente.
Uniche note negative: qualche refuso che fa inciampare la lettura (di cui però l’autore non ha colpa) e qualche pagina superflua, che si sarebbe potuta benissimo evitare senza che la storia ne venisse a soffrire, ma anzi risultasse ancor più snella e godibile.
Il finale? Col botto!! Tutti i nodi verranno al pettine.
Consigliato quindi agli amanti del genere thriller, a chi cerca storie avvincenti e a chi desidera un libro che indaghi quell’abisso profondo e per larga parte non ancora scandagliato che è la mente umana.
Auguriamo a Gianni tanti nuovi libri per il futuro e una carriera che gli sorrida, perché se lo merita.
Cat.