Tra il 28 e il 30 settembre, nella splendida cornice della Fortezza da Basso a Firenze, si è tenuta la seconda edizione di Firenze Libro Aperto, dedicata al mondo della letteratura, dalla regionale alla mondiale, e alle case editrici, piccole e indipendenti in particolare. Quest’anno il tema della Fiera è stato il “ponte”, simbolo per eccellenza della possibilità di creare connessioni (e non muri!) tra luoghi, idee e culture.
EC Shivers’ poteva farsi sfuggire questa occasione?? Assolutamente NO!
Per cui io e El., sabato, armate di macchina fotografica e taccuini per appunti, abbiamo girovagato per i due piani della Fortezza, senza farci scoraggiare dalla già lunga coda presente alle 10 di mattina, orario di apertura.
Ci siamo tuffate tra i numerosissimi stand, notando subito la mancanza di grandi colossi quali Feltrinelli e Mondadori, ma anche di medie case editrici come Fazi, Guanda, Neri Pozza, Piemme ecc.. Di nomi importanti abbiamo contato solo Einaudi e Bompiani. Forse però tale mancanza è stata dovuta al fatto che la mostra sia solo alla sua seconda edizione e che sia quindi vista ancora come una novità; può darsi che in futuro le cose cambieranno! La nota positiva è che abbiamo potuto concentrarci di più su realtà di cui non avevamo mai sentito parlare, e di scoprire che i libri di qualità non appartengono solo alle aziende super conosciute.
Così abbiamo curiosato nei banchi di Luni Editrice, la cui produzione riguarda principalmente l’orientalistica, e in quelli di Arkadia Edizioni, che esponeva, tra i tanti altri, Le ragazze con le calze grigie, un bellissimo libro sulla vita e gli amori del grande pittore Egon Schiele, scritto da Romina Casagrande, autrice per me sconosciuta (quanta ignoranza!).
La D’Abruzzo Edizioni, invece, si occupa di arte, storia e natura, ma nel suo spazio offriva anche romanzi particolari e di spessore.
La GEArtis è un’associazione culturale, fondata da cinque donne, con esperienza nel campo editoriale e giornalistico, che si occupa di organizzare eventi, mostre, concorsi letterari, oltre che di fornire servizi di editing, copywriting e moltissimo altro. Davvero una bella scoperta! Abbiamo lasciato loro la nostra email, chissà che prima o poi non ci arrivi qualche romanzo da recensire!
Inoltrandoci in quest’immensa giungla librosa, vediamo di straforo, alla nostra sinistra, uno stand che attrae subito la nostra attenzione e curiosità: è l’ABEditore, casa editrice nata a Milano e che si sta facendo notare in tutto il nostro caro Stivale per la ricerca sudata delle opere pubblicate e le bellissime illustrazioni. Il nostro blog aveva già recensito e parlato dell’AB, ma non ne avevamo mai incontrato i creatori! Per questo, pur titubanti, ci facciamo avanti, e in men che non si dica abbiamo già comprato l’ultimo libro uscito (Dentro la maschera), e ce ne andiamo con stupendi segnalibri e quelle fantastiche Imbustastorie nel cuore.
Contentissime, stiamo chiacchierando sulle foto che faremo al tutto, quando incappiamo in una conferenza, ma non una conferenza qualsiasi, quella dell’autrice spagnola Alicia Gimenez Bartlett, venuta alla Fiera per presentare il suo giallo Mio caro serial killer (edito da Sellerio), coadiuvata dall’ironico scrittore fiorentino Marco Vichi! Ci soffermiamo ad ascoltare gli esordi della scrittrice, che racconta la sua passione per la lettura con un trasporto e una vivacità coinvolgenti.
Continuiamo il nostro viaggio. Notiamo che un ampio spazio è dedicato alla letteratura per ragazzi e a case editrici storiche che ad essa si dedicano da sempre, come la Giunti. Che meraviglia!! Libri curati in ogni dettaglio, dal carattere della scrittura, alla copertina rilegata, alle illustrazioni. Viene voglia di ritornare bambini, almeno per un giorno! I prezzi, è vero, sono elevati, ma certe volte si portano a casa dei piccoli gioielli, che farebbero contento un bambino molto più di un tablet! Di sicuro sarebbero più salutari. In più un libro non si esaurisce mai, mentre un tablet dura qualche anno e poi è da buttare, o è passato di moda.
Come dite? Volete sapere anche le note negative? Avete ragione, bisogna essere sinceri quando si parla di un evento, anche se riguarda una materia a cui, sia io che El. siamo molto affezionate, come lo sono i libri. Beh, per quanto mi riguarda, una delle note negative peggiori è stata la poca capacità organizzativa, che ha fatto sì che gli eventi di maggior rilievo, come gli interventi di Nanni Moretti e Stefano Benni, fossero tutti concentrati tra le cinque e le sei del pomeriggio, costringendo la gente a seguire uno dei due o nessuno.
Seconda pecca: i pochissimi tavolini presenti per mangiare e rifocillarsi (io e El., dopo il sudato acquisto di una schiacciata, ci siamo dovute accampare come profughe sugli scalini esterni).
Terza ed ultima pecca: i troppi autori che ti fermano e farebbero di tutto per venderti il proprio libro; non è la strategia giusta, perché allontana (e non avvicina!) il possibile cliente. A volte mi chiedo davvero come sia possibile che Harry Potter sia stato rifiutato da decine di case editrici, quando a giro si trova tantissima spazzatura che non gli lega nemmeno le scarpe. Voi cosa ne pensate del mondo editoriale di oggi??
In attesa dei vostri commenti, speriamo che questo resoconto vi sia piaciuto e vi salutiamo con affetto!
Cat. e El.
2 pensieri su “Firenze Libro Aperto: il nostro racconto”