Narrativa straniera

RECENSIONE: “Il diario di Jane Somers” di Doris Lessing

Titolo: Il diario di Jane Somers
Autore: Doris Lessing
Editore: Feltrinelli
Pagine: 254
Anno: 2014
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Voto: 5/5
5stelle
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Jane (detta Janna) ha quarantanove anni, un lavoro che la appaga in una rivista femminile di successo e un’incredibile eleganza nel vestire. Se però la si conosce bene, nel profondo, si apprendono di lei altri dettagli: la sensazione di inutilità che la opprime dalla morte del marito e della madre, la sofferta e mal celata mancanza di un figlio, il difficile e tormentato rapporto con la sorella Georgie.

Maudie è invece una nodosa vecchietta ultranovantenne, arcigna e severa per la maggior parte del tempo, ma con un magnetico luccichio negli occhi. Il suo passato è costellato di avvenimenti, per lo più drammatici: la difficile convivenza col padre e la matrigna, il lavoro come creatrice di cappelli, il matrimonio con un marito spesso assente, la nascita del figlio Johnnie, i mille stratagemmi per andare avanti.

Alla sua veneranda età, Maudie si ritrova rinchiusa in una sconfortante solitudine, frutto non solo della noncuranza dei parenti, ma anche del suo carattere orgoglioso, abituato all’autosufficienza e a rifiutare qualsiasi aiuto. L’anziana non vede nessuno ed esce raramente, per cui la sua unica vera compagnia è la gatta; la casa in cui vive da più di quarant’anni è terribilmente decadente e avrebbe bisogno di lavori urgenti.

Questa è la situazione che si trova davanti Jane, quando un giorno, per caso, incontra Maudie dal farmacista e la accompagna fino a casa. Quella circostanza, assolutamente fortuita, sarà l’inizio di un’incredibile e profonda amicizia, che legherà per sempre le due donne, così diverse per carattere ed estrazione sociale.

Non c’è un dialogo fuori posto nella storia tessuta da Doris Lessing (non a caso Premio Nobel nel 2007) e molti sono i temi interessanti che vi vengono affrontati, da come la nostra società consideri la vecchiaia, l’isolamento e tutti i pregiudizi associati, alla paura che si prova nel voler fare del bene, ma nel non riuscirci.

Il lettore viene coinvolto in modo profondo nel crescendo della relazione tra Jane, donna ricca e facoltosa, e Maudie, che si attacca con tutte le forze al tempo che le rimane, ai suoi ricordi, e alla casa che le vogliono portar via.

Pian piano la giornalista snob abbandona la sua routine e la sua granitica voglia di non farsi toccare dalle vicende altrui, per ascoltare i racconti di una vecchietta pelle e ossa, e ogni giorno di buona lena, con asciugamani e acqua calda, si meraviglia nel ritrovarsi a lavar via ogni traccia di sporcizia dal corpo dell’amica, ridonandole dignità.

Jane Somers, nel suo diario, che è poi il romanzo che leggiamo, ci racconta un rapporto contrastante, dove non mancano i momenti di scoramento e incomprensione, insieme a quelli di avvicinamento e affetto profondo. Pagina dopo pagina la donna smantella il pregiudizio borghese con cui è cresciuta, per cui gli anziani sono merce avariata da tenere ben nascosta agli occhi di chi vale ben più di loro. Cos’è che rende davvero rispettabile una persona? Jane, in cuor suo, ha sempre saputo bene che non sono né i soldi, né l’età, ma sarà quella vecchietta un po’ acida a farglielo comprendere appieno.

Con l’accogliere Maudie nella sua vita, Jane ha abbandonato il suo essere donna-bambina, viziata, ed ha aperto il suo cuore, entrando finalmente in contatto con i propri sentimenti: la rabbia, il dolore, l’amore incondizionato. Ha inoltre fatto pace col suo passato e accettato i propri difetti.

Quello della Lessing è un romanzo duramente sincero, che non nasconde nulla e che non vuole mostrarsi per qualcosa di diverso da ciò che è. Quelli che ha al centro sono argomenti che in genere uno scrittore evita, perché potrebbero intristire il lettore: chi ha voglia di sentir parlare di anziani, ospedali e assistenti sociali? Il problema, secondo me, non sono tanto i temi, ma il modo in cui vengono trattati, e la Lessing non poteva fare di meglio: niente slanci poetici, ma una perfetta alternanza tra momenti di dolcezza infinita e altri di crudezza malinconica. Pochi dettagli cronologici, per lasciare tutto lo spazio necessario all’analisi della psicologia di queste due donne, e di qualche altro personaggio tutt’altro che marginale.

Una storia talmente vera da non avere tempo; toccante sì, ma soprattutto intelligente e ricca di spunti di riflessione.

Cat.

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