Titolo: La storia segreta della Rivoluzione
Autore: Hilary Mantel
Editore: Fazi
Pagine: 318
Anno: 2014
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VOTO: 4/5
Hilary Mantel non è solo una scrittrice e una critica letteraria britannica, ma è anche l’unica donna ad aver vinto per ben due volte, nel 2009 e nel 2012, l’ambito Man Booker Prize.
Così, quando vengo a sapere della sua esistenza e del suo formidabile curriculum vitae, mi incuriosisco e corro in biblioteca alla ricerca di una delle sue opere. Sono decisa a farmi un’idea mia e a vedere se coincide con quella dei critici di mezzo mondo, che l’hanno definita “la terza donna più importante della letteratura inglese insieme a Jane Austen e Virginia Woolf”.
La mia scelta cade sul primo volume di una trilogia di romanzi storici (marchio di fabbrica della Mantel) dedicati alla Rivoluzione Francese. Ragazzi, come adoro quel periodo! Voglia di riscatto, battaglie, intrighi di corte, la splendida Versailles, la rovinosa fine dei reali, il trionfo della libertà e dell’uguaglianza, il terribile periodo del Terrore… Che ve lo dico a fare? Torno a casa e mi tuffo nella lettura, e che lettura!!
La Mantel non si dilunga nei dettagli; il romanzo è incentrato sul periodo compreso tra il 1763 e il 1789, e sull’infanzia e giovinezza di tre personaggi fondamentali per la storia della Rivoluzione: Camille Desmoulins, Georges-Jacques Danton e Maximilien de Robespierre. Quella scelta dalla scrittrice è senz’altro una prospettiva originale, che strizza l’occhio al lettore e che sa distinguersi tra la marea di libri allo stesso periodo dedicati.
Insieme alla Mantel, la scrittrice-narratrice, seguiamo i successi e gli insuccessi di questi tre personaggi, i loro studi e gli inizi come avvocati, i loro amori legali e quelli illegali, le loro preoccupazioni e le discussioni al Café du Foy riguardo a un mondo che vedono sgretolarsi ogni giorno di più. Maximilien è il più riflessivo e generoso, Desmoulins è il libertino istintivo affetto da balbuzie, Danton è l’uomo dal volto sfregiato, che pur partendo dal basso, è riuscito a crearsi una posizione contando solo sulle proprie capacità.
(Da sinistra: Robespierre, Desmoulins e Danton in ritratti dell’epoca)
La lettura si fa avvincente ed intrigante; la psicologia dei personaggi è ben delineata, come anche l’ambiente storico in cui essi si muovono. Parigi è una città a metà tra il mantenimento dei privilegi feudali, e l’idea di un mondo nuovo e più giusto per tutti. Pochi tratti, come dicevo prima, sono ogni tanto dedicati a dipingere ciò che accade altrove, in particolare a Versailles, alla corte di Luigi XVI e della sua sposa, Maria Antonietta: le serate passate ai tavoli da gioco, le casse dello Stato sempre più in debito e i nobili sempre più disinteressati alla povera gente, che nella capitale come in provincia, muore di fame e povertà. Bellissime pagine sono proprio dedicate a sottolineare il divario tra chi poteva permettersi tutto e chi non aveva nemmeno un pezzo di pane e moriva per le strade, nell’indifferenza generale.
Una cartina della Parigi rivoluzionaria e un prospetto di tutti i personaggi elencati nel libro (domestiche, figli, aristocratici e quant’altro) aiutano sicuramente a tenere le fila della storia, e sono perciò strumenti preziosi e intelligenti.
Unica pecca la traduzione, che in qualche caso risulta un po’ ingolfata e poco scorrevole, per cui il lettore, al fine di non sentirsi spaesato, deve fare necessariamente un passo indietro e rileggere il periodo incriminato. Va comunque detto che è proprio dello stile della Mantel inserire qua e là frasi laconiche e sentenziali, bisognose di riflessione per essere comprese e non facilmente traducibili. Ecco spiegato il mio voto un po’ inferiore alla perfezione.
Non bisogna quindi essere degli esperti della Rivoluzione Francese per leggere i libri di questa autrice, ma è sicuro che dopo averli letti, si vorrà approfondire quel periodo, che continua ad affascinare romanzieri, storici e registi di ogni dove, anche a distanza di secoli. La storia segreta della Rivoluzione si adatta perfettamente a coloro che in un romanzo storico amano il dato biografico e i sentimenti, ma che non sopportano quella sfrenata libertà di certi autori moderni di narrare ciò che in un certo periodo storico non fu e non poté essere mai.
Con la Mantel siete assolutamente in buone mani da questo punto di vista. Leggendo, vi sembrerà di sentire gli odori delle strade e di assistere alle riunioni degli Stati Generali, tra gli abiti di seta dei nobili e i mantelli neri della classe media.
Sono perciò sicura che a questa recensione seguiranno prima o poi anche quelle degli altri due volumi della trilogia!
E voi cosa ne pensate?? Amate i romanzi storici? E se sì di quale periodo??
Un abbraccio e a martedì!
Cat.