“Z” come la parola Zingari che è contenuta nel titolo dell’album “Ho visto anche degli zingari felici” di Claudio Lolli.
Per l’ultima fatica (in realtà più un piacere che una fatica vera e propria) vi parlo di quello che ritengo il più bel lavoro di un personaggio che ci ha lasciato qualche mese fa e che è stato uno dei cantautori più impegnati del panorama italiano. Indipendentemente da come la si pensi è simpatico ricordare a tal proposito cosa ha detto Guccini parlando di Lolli:
“Tra me e Claudio c’è sempre stato un gioco, un piccolo scherzo privato che era diventato un tormentone delle nostre conversazioni. Chi di noi due era più di sinistra? Lolli, naturalmente, al cui confronto io passavo per un conservatore. Ma, come gli ricordavo ogni volta, esiste sempre qualcuno più a sinistra di noi…, per quanto noi ci sforziamo di essere rivoluzionari”
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Questo disco, uscito nell’aprile del 1976 al prezzo “politico” di 3500 lire quando gli Lp costavano già 5000 lire, segna una grande discontinuità con i suoi tre album precedenti abbracciando uno stile Jazz con diversi assolo come quelli, bellissimi, del sassofono di Danilo Tomasetta. Nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre di “Rolling Stone”, che cito quasi sempre, la posizione è la 67-esima
Le canzoni presenti nel disco sono:
LATO A
1-Ho visto anche degli zingari felici (introduzione)
Il brano che dà il titolo all’album è una citazione del titolo del film di Aleksandar Petrović “Ho incontrato anche zingari felici”e serve a descrivere i giovani del mondo alternativo dell’epoca. È un pezzo molto lungo che è stato diviso in due parti la prima che apre il disco e l’ultima che lo chiude.
“E’ vero che spesso la strada ci sembra un inferno
E una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
Dove non riconosciamo mai i nostri fratelli,
È vero che beviamo il sangue dei nostri padri,
Che odiamo tutte le nostre donne
E tutti i nostri amici.
Ma ho visto anche degli zingari felici
Corrersi dietro, far l’amore
E rotolarsi per terra,
Ho visto anche degli zingari felici
In Piazza Maggiore
Ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.”
(versione completa che include anche l’ultimo brano)
2-Agosto
Una canzone interamente dedicata alla tragedia dell’attentato dell’Italicus.
“Agosto, Improvviso si sente
Un odore di brace.
Qualcosa che brucia nel sangue
E non ti lascia in pace,
Un pugno di rabbia che ha il suono tremendo
Di un vecchio boato:
Qualcosa che crolla, che esplode,
Qualcosa che urla.
Un treno è saltato.”
3-Piazza, bella piazza
Il brano è legato al precedente perché parla dei funerali delle vittime dell’attentato dell’Italicus.
“Piazza, bella piazza
ci passò una lepre pazza
ci passarono le bandiere
un torrente di confusioni
in cui sentivo che rinasceva
l’energia dei miei giorni buoni
ed eravamo davvero tanti
eravamo davvero forti
una sola contraddizione
quella fila, quei dieci morti”.
4-Primo maggio di festa
Una canzone che spazia dal Vietnam alle mura domestiche con tracce autobiografiche.
“Primo maggio di festa oggi nel Vietnam
e forse in tutto il mondo
primo maggio di morte oggi a casa mia
ma forse mi confondo.
E che titolo rosso oggi sul Vietnam
e che sangue negli occhi della mia gente
e che cosa da niente oggi essere lì
e morire senza il sole del Vietnam
che sapore di morte oggi dal Vietnam
ma forse è mio padre, mi confondo.”
LATO B
1-La morte della mosca
Una riflessione su chi il mondo lo subisce (la mosca) e chi lo comanda (i potenti).
“Oggi è morta una mosca,
muriamola nel suo alveare
insieme a tutte le altre
onoriamola con un piccolo altare…
Almeno però non si perda
il senso degli ultimi stenti,
alle mosche rimane la merda,
il cielo appartiene ai potenti.”
2-Anna di Francia
Un personaggio femminile simbolo della libertà.
“Non sarò per te solo lo specchio
di una faccia che non cambia mai vestito
non sarò il tuo manico di scopa
travestito da amante o da marito.
Non sarò quel cielo grigio quel mattino
il dentrificio che fa a pugni con il vino
non sarò la tua consolazione
e neanche il padre del tuo prossimo bambino.
Per questa volta almeno sarò la tua libertà
per questa volta almeno solo la tua libertà
per questa volta almeno la nostra libertà
e la piazza calda e dolce di questa città”.”
3-Albana per Togliatti
Una malinconica fotografia di un personaggio di quella sinistra tanto cara al cantautore.
“C’è un compagno, altra generazione
che vuol bene ai matti
gira con un fazzoletto rosso
e una foto di Togliatti
che alza sulla testa
che alza verso il cielo.
Poi sparisce e dopo un po’ ritorna
con un camioncino
sopra, un’apparizione strana
c’è una damigiana
piena del suo vino.”
4-Ho visto anche degli zingari felici (conclusione)
Vale quanto detto per la prima canzone.
“Siamo noi a far ricca la terra
noi che sopportiamo
la malattia del sonno e la malaria
noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano
noi piantiamo il mais
su tutto l’altopiano.
…
E siamo noi a far bella la luna
con la nostra vita
coperta di stracci e di sassi di vetro
quella vita che gli altri ci respingono indietro
come un insulto
come un ragno nella stanza.
…
Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l’amore
e rotolarsi per terra
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra”.
(Il link di questo brano è incluso nel primo).
Cari amici eccoci arrivati anche alla conclusione di questa piccola rubrica che mi ha permesso di tenervi compagnia per diverse settimane; spero di avervi fatto passare piacevolmente un po’ di tempo ad ascoltare canzoni, magari conosciute ma dimenticate oppure mai sentite. Dei vari pezzi ho cercato di evidenziare quella parte del testo che più mi ha colpito o che meglio ne rappresenta, a mio parere, il significato. Spero che, nonostante la semplicità del progetto, siate riusciti a percepire la passione che ho per questo mondo musicale che rappresenta una parte della colonna sonora della mia vita, forse la più bella, la gioventù.
Con questo articolo finisce il mio impegno fisso settimanale che mi ha permesso di condividere con voi due anni di canzoni, notizie e curiosità; lascio spazio ai lavori delle ragazze, che sono cresciute veramente tanto e che hanno dimostrato di avere tanta voglia, tanta capacità e tanta energia positiva, cosa non da poco di questi tempi.
Ci risentiremo ogni tanto attraverso la rubrica “correva l’anno” che è ancora mancante di diversi periodi e per la quale necessito di tempi di realizzazione più lunghi.
Un grande in bocca al lupo alle ragazze, Cat ed El, per la continuazione della loro splendida iniziativa e buon proseguimento a tutti voi.
Per chi mi volesse contattare può farlo sempre attraverso ECShiver’s, dato che continuerò ad essere presente, un affettuoso saluto a tutti voi ed a presto. Mr.