Titolo: Robin Hood. Il principe dei ladri
Autore: Alexandre Dumas
Editore: Einaudi
Pagine: 293
Anno: 2010
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VOTO: 4/5
Ebbene sì, se qualche mese fa mi aveste detto che quel geniaccio di Dumas aveva scritto persino sulla storia di Robin Hood, vi avrei riso in faccia. Chi se lo sarebbe aspettato che invece Robin Hood non fosse soltanto una favola per bambini amanti dell’avventura, ma un romanzo di tutto rispetto, che non può mancare nella libreria di un amante dei classici della letteratura?
Beh, che vi devo dire? L’ho amato dalla prima pagina. In Robin Hood succede di tutto: inseguimenti, dichiarazioni e cocenti delusioni amorose, scontri all’ultimo sangue, omicidi e rapimenti, fughe miracolose. Sì, perché se pensate che ci sia qualcosa di realistico, allora è meglio che vi dirigiate verso un altro libro o un altro genere. In Robin Hood ai buoni praticamente non succede nulla, mentre ai cattivi ne succedono di tutti i colori. Per la maggior parte del tempo, anche nelle situazioni apparentemente irrisolvibili, si ride da matti, perché già si intuisce che il buon vecchio Dumas ha in serbo qualche mirabolante trovata per salvare i nostri eroi.
Ma chi sono i nostri eroi? Partiamo subito con le presentazioni! Innanzitutto Robin Hood, il bellissimo giovane pieno di coraggio e valore, che non si tira indietro di fronte a nulla, soprattutto se si tratta di una graziosa fanciulla in difficoltà, come Lady Marian, la donna della sua vita. A circa metà libro, Robin scoprirà un dettaglio del suo passato, che cambierà per sempre il corso del suo destino. Affettuoso con i genitori e socievole con gli amici, Robin all’epoca dei fatti è un adolescente, ma dimostra tutte le qualità di un Uomo con la U maiuscola.
I fedeli compagni di Robin sono molti, ma per ovvi motivi ne citiamo solo alcuni: Frate Tuck, un buontempone dal bastone facile, che con i conventi ha poco o nulla a che fare (il personaggio più spassoso di tutti, secondo me!); l’imponente Little John, così scherzosamente chiamato dalla famiglia, per la sua altezza non certo “little”; l’istintivo e passionale William, dai capelli rossicci e dall’amore smisurato per Maude, dolce fanciulla innamorata di Robin e purtroppo mai corrisposta.
L’antagonista per eccellenza dell’allegra compagnia, che si diverte ad andare incontro ai guai, è il perfido sceriffo di Nottingham, ovvero il barone Fitz Alwine, che sembra la Regina di cuori del Paese delle Meraviglie: vuole tagliare la testa a tutti, ma, quando per un motivo, quando per un altro, non ci riesce mai. Fa quasi tenerezza, perché non c’è verso, non si riesce ad odiarlo.
I luoghi della narrazione sono quelli inglesi della foresta di Sherwood, dei palazzi fortificati medievali, delle segrete e delle locande, e il periodo è la fine del XII secolo, ma tranquilli, non serve avere un Dottorato in Storia per godersi questa piccola chicca. Ovviamente non cominciate la lettura carichi di aspettative, ma sfogliate le pagine tenendo a mente di avere davanti una storia tratta da un’antichissima leggenda, che pur avendo i suoi limiti, ho personalmente trovato frizzante e per molti aspetti inedita.
Tutto ciò ha accresciuto il mio amore per Alexandre Dumas, autore come pochissimi altri capace di spaziare fra varie epoche storiche e vari argomenti, delineando personaggi incredibili e scatenando ogni tipo di emozione nel suo lettore.
E voi avete letto Robin Hood?? Ditemi la vostra!
Cat.