Titolo: La madre che mi manca
Autore: Joyce Carol Oates
Editore: Mondadori (Oscar)
Pagine: 454
Anno: 2008
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Voto: 4,5/5
Nikki (diminutivo di Nicole) è una donna ribelle e anticonvenzionale; ama gli uomini sposati e tutto ciò che può destare meraviglia nel prossimo. Così, quando per la consueta e particolarissima Festa della Mamma, si presenta a casa dei genitori con un ardito taglio di capelli stile punk, le reazioni stupite e/o disgustate dei presenti, (mamma Gwen compresa), la fanno gongolare compiaciuta. Tutti sanno che in un certo senso Nikki rappresenta la pecora nera della famiglia; la sorella con la testa a posto è sempre stata Clare, che si è regolarmente sposata con il pretendente scelto dai genitori e ha avuto due figli. Nikki, al contrario, ha alle spalle diverse relazioni fallite e un certo strano innato istinto, che la porta a flirtare, corrisposta, persino con Rob, il cognato. Tra le due sorelle, è sicuramente Nikki che non ha saputo soddisfare le aspettative genitoriali, anche se la donna vive la cosa come fosse un’adolescente in perenne sfida col mondo adulto.
Quando però, messa in allarme da una preoccupata Clare, Nikki ritrova in garage il corpo della madre, evidentemente uccisa a coltellate, il velo dell’immaturità decade e il suo modo di intendere la vita e il rapporto con gli altri subisce un mutamento, che la porta a riflettere, anche criticamente, sul passato e su se stessa.
Le indagini fulminee porteranno presto a scoprire il colpevole del terribile delitto: allo shock iniziale seguiranno la freddezza delle aule di tribunale, il timore del pettegolezzo e lo sgombero della casa materna. Sarà proprio in questo frangente che Nikki scoprirà inediti dettagli della vita della propria madre, che la porteranno ad avere di lei un quadro più completo e veritiero: finalmente le due donne si comprenderanno, trovandosi vicine come non lo erano mai state.
Il lettore, attraverso la ricca prosa della Oates, segue l’elaborazione drammatica ma realistica di un lutto, che diventa motivo di “rinascita”. Passo dopo passo assiste alla crescita di una donna, che all’inizio appare antipatica e supponente, ma che alla fine si dimostra essere sensibile e sincera, anche se irrimediabilmente addolorata per qual rapporto mal gestito con la madre e inevitabilmente oppressa da quell’attuale forte senso di mancanza.
La scrittrice statunitense, sebbene spesso etichettata come una delle più prolifiche tutt’oggi esistenti, si rivela autrice di grande talento nel delineare le pieghe dell’animo umano e la psicologia dei diversi personaggi, uomini compresi. Unica pecca? Qualche descrizione e qualche dialogo leggermente più lunghi di quello che ci si sarebbe voluti aspettare, ma il libro merita assolutamente la lettura, soprattutto se amate le storie potenti, radicate nel vissuto quotidiano.
Cat.