Titolo: L’anno della vittoria
Autore: Mario Rigoni Stern
Editore: Einaudi
Pagine: 195
Anno: 1985
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VOTO: 4/5
Mario Rigoni Stern, nei suoi libri, segue di solito due filoni narrativi: quello della guerra, che ritroviamo nel famoso Il sergente della neve, e quello della natura, che egli sa descrivere, ad esempio in Uomini, boschi e api, in modo sapiente e diretto. A volte capita che i due filoni si intreccino, come possiamo constatare in L’anno della vittoria, l’opera di cui vi parlo oggi.
Il libro segue le vicissitudini di una famiglia del Veneto dal novembre 1918 al novembre 1919. La prima guerra mondiale è appena finita, l’Italia ne è uscita vincitrice, ma gli abitanti delle colline e delle vallate, come il giovane protagonista Matteo, stentano a riconoscere i luoghi in cui hanno vissuto. Davanti ai loro occhi non vedono altro che macerie, brandelli di muri, armi abbandonate e foreste devastate dai bombardamenti.
Dopo la distruzione, ognuno sente il bisogno, la necessità e il dovere morale di ricostruire ciò che non c’è più e di riscoprire tradizioni, affetti e sentimenti che la guerra sembra aver cancellato. Il passaggio però non è facile: la miseria è molta, lo Stato non aiuta e le malattie sono devastanti, come l’epidemia di febbre spagnola, che decima intere famiglie.
Quando un cannone abbandonato viene fatto esplodere, chi vi assiste esulta come davanti ad un chiaro segnale di definitiva chiusura col recente e triste passato. Quando nei paesi tornano i fruttivendoli ambulanti con gli asini e le loro ceste cariche di bella frutta profumata, il cuore delle donne sussulta di commozione: è il ritorno alla vita.
Passo dopo passo, assistiamo da lettori alla narrazione di un qualcosa che ci appare davvero lontanissimo. Da tempo abbiamo dimenticato cosa hanno provato i nostri bisnonni e i nostri nonni, ma Rigoni Stern, per fortuna, ha il grande merito di tramandarci la memoria di questa gente umile e lavoratrice, che sa accontentarsi del poco che ha e che sa aiutarsi senza la pretesa di ricevere niente in cambio.
Quello dell’autore è un linguaggio semplice e diretto, senza vene di patetismo. A volte, poiché nell’edizione Einaudi (almeno quella da me posseduta) mancano le note, avrete bisogno di fare qualche rapida ricerca, a causa di alcuni termini tecnici o specifici difficili da comprendere, come attrezzi agricoli o cibi, di cui in epoca moderna si è persa traccia.
Rigoni Stern scrive infatti con occhio attento al dettaglio e partecipazione attiva, che non può non coinvolgere anche il lettore. Pur essendo stato soldato non nel primo, ma nel secondo conflitto mondiale, sa bene cos’hanno significato quegl’anni per i luoghi natii e per l’Italia intera; sa come si tentava di sopravvivere, cercando di riscattare il proprio futuro. Per questo non risparmia anche critiche, più o meno velate, alle istituzioni e alle amministrazioni, colpevoli di esser state troppo a lungo sorde nei confronti delle richieste di aiuto e sostentamento provenienti dalla popolazione, stremata dopo tanti sacrifici.
La sua penna traccia il ritratto vero, intenso e lucido di un Paese, che tenacemente si rialza dalle proprie rovine e che trova nella semplice solidarietà la sua forza.
Ottima lettura per tutti coloro che desiderano approfondire quel determinato periodo e contribuire loro stessi al mantenimento della memoria storica del nostro Paese.
Cat.