Narrativa italiana

RECENSIONE: “Nel muro” di Mauro Corona

Titolo: Nel muro
Autore: Mauro Corona
Editore: Mondadori
Pagine: 288
Anno: 2018
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VOTO: 2,5/5
3stelle

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Dopo anni in cui si era dedicato a forme di racconto più brevi, Mauro Corona, personaggio televisivo fisso a Carta Bianca, oltre che scrittore e scalatore di montagne, torna al romanzo con questo libro: Nel muro. Ma non è (purtroppo) il suo migliore.

CORONA
Foto del web

Se ne leggete l’introduzione penserete ingenuamente che sia il thriller migliore della vostra vita. La trama infatti viene descritta in modo accattivante: un uomo anziano, ma ancora pieno di energie e dal passato tenebroso, durante la ristrutturazione di una vecchia baita di famiglia, scopre tre corpi mummificati di tre donne. Hanno tutte degli strani segni incisi sul proprio corpo. L’uomo capisce che sono state uccise molti anni prima e lì furtivamente seppellite. La sua vita cambia radicalmente e il nostro protagonista si impone come ultimo scopo dell’esistenza quello di scoprire cosa sia veramente successo in quella baita desolata in mezzo al bosco.

Una storia che poteva essere il trampolino di lancio per un romanzo veramente ben impostato, e che invece fin da subito si mostra pesantemente ripetitiva. Ecco, questo a mio avviso è stato l’errore più grande dello scrittore. Perché ripetere all’infinito concetti già tre pagine prima espressi con dovizia di particolari? Alla fine tale espediente stanca il lettore, annoiandolo in maniera esasperante.

In seconda battuta parliamo del carattere del protagonista principale: ho letto molti commenti che ne condannano il tono fortemente misogino e che lo accostano addirittura al lato oscuro dello stesso autore. Io non penso che Corona odi le donne e sogni di picchiarle e ucciderle (perché è questo che il protagonista ripete di continuo). Non mi sembra affatto il tipo. L’unico punto in comune mi parrebbe semmai la tendenza a non rinnegare il piacere di un paio di bicchieri di vino, cosa che lo stesso Corona, tra l’altro, ammette senza problemi.

Detto ciò, è comunque vero che dopo le prime cento pagine sentirsi ripetere che le donne non servono a niente e sono tutte delle poco di buono, fa stridere le orecchie, però tutto questo può anche essere considerato come un mezzo di iperrealismo usato dallo scrittore, che vuole dare così il massimo spessore al suo protagonista. Un protagonista di cui non viene mai menzionato il nome, ma che ha avuto un’infanzia difficile, con un padre violento e animalesco, e una mamma, lei sì, poco di buono. Si spiega così (anche se non si perdona) l’origine di tutto il male e la devianza, che ne segnerà l’intera vita.

Amici pochissimi e deviati pure loro, amori tormentati e finiti male, temperamento istintivo, un odio che si rivolge non solo alle donne, ma anche ai preti, un mestiere che parrebbe normale, ma che ha il suo lato morboso: spaccare e vendere legna, e nel tempo libero intagliare figure femminili, da deturpare poi con sega e vernice rossa. Questo libro è veramente di un livello splatter che forse nemmeno i film di Tarantino.

Scavalchiamo le duecento pagine e non succede granché di eclatante; il finale un po’ delude. È stato il mio primo libro di Corona e dovrà passare del tempo prima che ne prenda in mano un altro. Ho apprezzato, ma non amato alla follia le parti in cui l’autore descrive la natura e i suoi abitanti. Forse una delle più belle è quella dell’uccello pivasòn, che ricorre spesso nel testo col suo verso lugubre e nefasto e l’abitudine a succhiare il sangue delle prede, e che mi ha colpito come un pugno allo stomaco.

Ma ciò non basta per fare di un libro di ben 288 pagine un buon romanzo.

Se avete altri libri di Corona che veramente valga la pena leggere, fatevi avanti! Accoglierò volentieri ogni consiglio!

Cat.

3 pensieri su “RECENSIONE: “Nel muro” di Mauro Corona”

  1. Dalla tua descrizione credo che questo libro di Corona sia l’ennesima riparazione di ciò che ha scritto nella sua prima opera. Corona ripete sempre le stesse cose dando titoli differenti. Se il primo, già comunque ripetitivo nelle sue pagine, poteva essere gradevole, i successivi poteva evitare di pubblicarli. Ma, ormai, è un presenzialista di professione quindi finché tira nessuno lo fermerà 🤐

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    1. Penso proprio che le cose stiano come tu mi dici. Sinceramente non capisco questa corsa di molti scrittori contemporanei a scrivere centinaia di pagine, quando potrebbero esprimere gli stessi concetti in molto meno spazio. Penso sia una strategia di mercato (incomprensibile!). Comunque ho letto che Corona ha vinto anche dei premi per alcuni libri, quindi gli darò un’altra opportunità. Ma passerà parecchio tempo😁

      Piace a 1 persona

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