Titolo: Il malinteso
Autore: Irène Némirovsky
Editore: Adelphi
Pagine: 190
Anno: 2013
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VOTO: 5/5
Dopo aver letto il famosissimo e incompiuto Suite francese e aver visto il relativo film, decido di inoltrarmi alla scoperta delle origini di questo grande talento letterario che è Irène Némirovski. Perciò, tra i tanti libri scritti dall’autrice, scelgo Il malinteso, che ha una trama apparentemente semplice, ma molto accattivante.

Quando scrisse questo libro, Irène era veramente giovane; aveva poco più di vent’anni ed erano quanto mai lontane le sofferenze, che avrebbe patito nel campo di concentramento di Auschwitz e che l’avrebbero portata alla morte per tifo nell’aprile del 1942.
È dal 2005 che la casa editrice Adelphi l’ha riscoperta e ha cominciato a tradurre e pubblicare le sue opere: un impegno sicuramente lodevole, non solo perché attraverso gli scritti di Irène ricordiamo una vittima dell’Olocausto, ma anche perché ci è permesso scoprire il talento di una scrittrice, capace come pochi di indagare l’animo umano.
Il malinteso è in questo senso il capostipite dei romanzi successivi della Némirovski: i protagonisti principali sono due amanti clandestini, Denise e Yves, della cui relazione l’autrice indaga gli inizi e gli sviluppi, insieme ai numerosi difetti di entrambi, ai comportamenti e ai sentimenti altalenanti.
Siamo nei primi decenni del Novecento; Denise è una giovane moglie e madre, una “bambina viziata, figlia unica di facoltosi industriali”, un animo romantico senza rimedio; Yves è sopravvissuto alla guerra, ma a causa della bancarotta paterna, è costretto a vivere una vita che non sente sua, scandita dagli orari dell’ufficio in cui lavora. La loro relazione inizia per caso durante una vacanza estiva; è proprio il marito di Denise, ignaro dei futuri sviluppi, a presentare i due amanti.
Il malinteso del titolo nasce dal fatto che entrambi i personaggi agiscono in un mondo pieno di ipocrisie, in cui sembrano annaspare senza tante consapevolezze, spinti solo dalle proprie ambizioni.
La Némirovski ci porta per mano a scandagliare i pensieri di queste due anime, che da sole danno vita ad una storia che non colpisce per i suoi effetti speciali, ma soprattutto, credo, per il suo carattere universale. I temi principali, infatti, sono quelli che toccano in profondo il lettore e che ritornano nei suoi romanzi successivi: l’amore fisico e passionale, lo squilibrio tra condizione sociale e desideri, e più in generale tra realtà e ambizione. Mentre Denise è presto pronta a confidare ad Yves il suo amore, il giovane si mostra più freddo e restio; mentre Denise vive una vita abitudinaria ed è una donna ricca e mantenuta dal marito, per cui il denaro per lei non ha alcun valore, Yves ha relazioni occasionali ed è costretto a lavorare per sbarcare il lunario.
Con il passare del tempo, il rapporto si fa quindi più tirato; la spensieratezza dei primi momenti lascia sempre più spazio alle evidenti diversità fra i due, che creano momenti di lontananza e tensione palpabile, in cui il lettore si trova completamente partecipe.
Dimenticatevi i romanzi rosa pieni di frasi fatte e di finta retorica. La Némirovski ha uno stile delicato e sublime, ricco di vivide immagini tratte dalla natura e dalla vita quotidiana, che non risultano affatto pedanti, ma fanno sognare. In generale si tratta comunque di un romanzo che tratta l’amore senza ombra di illusione, con la lucidità che potrebbe sicuramente avere una donna più matura dell’autrice e che per questo colpisce per la sua modernità e realisticità.
Assolutamente consigliato!
Cat.
Non lo conoscevo, ma adoro questa autrice!
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Anche io!! Infatti ho già altri suoi due libri che mi aspettano: I cani e i lupi e David Golder! 😊 Cat.
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Poi fammi sapere! Non li conosco! Dolce notte
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